LOCAZIONE AL COMUNE SULLA PAROLA DEL SINDACO
Risiedo in un paesino dove tutti ci conosciamo, e tre anni fa il Sindaco mi chiese se potevo dargli in affitto una parte di un locale di mia proprietà che confinava con la scuola elementare pubblica, e che il Comune aveva intenzione di destinare all’allargamento della stessa, come poi effettivamente è avvenuto. Essendo tutti amici ed in ottimi rapporti, a quel tempo io non chiesi che il Sindaco stipulasse un contratto scritto e che il Consiglio Comunale o la Giunta prendesse una vera e propria deliberazione approvando il contratto. Ora, dopo che l’Amministrazione Comunale è cambiata e il Sindaco non è quello che prese con me quegli accordi, ho chiesto al nuovo Sindaco intanto di stipulare un contratto e poi di provvedere al pagamento di tutti gli arretrati. Ma questo, sostenuto da una nuova maggioranza, non ci pensa nemmeno, dicendo che non può riconoscere obblighi che il Comune avrebbe assunto a parole perché questo modo di stipulare i contratti per i Comuni non è valido. Mi offre ora di stipulare un contratto regolare, anche se non ci siamo ancora trovati d’accordo sul canone, ma di pagare gli arretrati non se ne parla neppure. Posso provare a fare causa al Sindaco?
Nel fare causa consiglio di andarci con i piedi di piombo. Ed intanto la causa non andrebbe fatta al nuovo Sindaco ma semmai al Comune che, essendo un Ente dotato di piena capacità giuridica, tra l’altro è rimasto sempre lo stesso. Ma i contratti di locazione con le Pubbliche Amministrazioni sono soggetti, come del resto anche altri tipi di contratti, a principi particolarmente rigorosi, e la giurisprudenza afferma che se la Pubblica Amministrazione ha la volontà di obbligarsi non si può desumere, a differenza di quanto succede per i privati, da un comportamento più o meno implicito, ma deve essere manifestata nelle forme richieste dalla legge, tra le quali necessariamente l’atto scritto (in ultimo Cassazione, sentenza n. 11649/2002). Quindi il Comune non è certamente obbligato al pagamento degli arretrati anche se ha utilizzato il fondo. Penserei piuttosto a eventuali responsabilità del precedente Sindaco e della precedente Giunta che potrebbero avere tenuto un comportamento che ha sottratto alla disponibilità di un privato un bene, ma in forme tali da rendere poi impossibile il pagamento da parte del Comune. In alternativa, ma la questione deve essere oggetto di necessari approfondimenti, la lettrice potrebbe proporre nei confronti del Comune un’azione per arricchimento senza causa, in quanto il Comune ha beneficiato della disponibilità di un bene senza essere validamente obbligato a corrispondere il canone, e quindi il valore locativo dell’immobile si è arricchito consentendo all’ente di fornire un pubblico servizio senza sopportare il costo corrispondente.