LOCAZIONE A CLANDESTINO: QUALI CONSEGUENZE?

Qualche tempo fa,  anche per ragioni umanitarie,   fui indotta ad affittare un piccolo appartamento  ad un canone più che ragionevole, ad un extracomunitario  che  ammise di essere  entrato clandestinamente nel nostro paese, e che non mi risulta abbia ancora regolarizzato la sua posizione.  Fino ad  oggi, il suo comportamento è stato   del tutto  regolare, ma mi chiedo  se io non abbia commesso qualche irregolarità e non debba temere qualche sanzione.

 

Secondo l’art. 12 comma 5 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), “….salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarre un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero o nell’ambito delle attività punite a norma del presente articolo, favorisce la permanenza di questi nel territorio dello Stato in violazione delle norme del presente testo unico, è punito con la reclusione fino a quattro anni e con la multa fino a lire trenta milioni”; e non c’è dubbio che affittare una casa e rendere così possibile l’alloggio, può favorire la permanenza nel nostro paese di un immigrato clandestino. Tuttavia questo non è certo sufficiente ad realizzare la grave ipotesi di reato prevista dalla norma che ho sopra trascritto, in quanto come recentemente stabilito dalla Corte di Cassazione (sentenza 23 ottobre- 28 novembre 2003, n. 46070) non è sufficiente avere favorito la permanenza nel territorio dello Stato di cittadini immigrati clandestini mettendo a loro disposizione locali abitativi in locazione, ma è necessario che il locatore abbia tratto un ingiusto profitto dalla condizione dì illegalità dei cittadini stranieri, come accadrebbe quando il proprietario, approfittando dello stato di clandestinità, imponesse un canone particolarmente oneroso: il che non è accaduto nel caso esposto dal lettore. La legge infatti intende proteggere persone, che a causa della loro clandestinità vengono a trovarsi in una debole posizione contrattuale, da comportamenti vessatori e discriminatori.

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